Aum Aum (1990).

Oggetti del quotidiano assemblati.
Dimensioni 120 x 25 cm diametro.


Il lavoro consisteva nell’assemblaggio di alcuni oggetti: un cuscino cilindrico, alcuni piatti da frutta e un piatto ricoperto di pelle nera. L’immagine così formata evocava una figura antropomorfa derivata dalle “Akua Mma”, bambole Ashanti che vengono portate dalle madri gestanti per assicurarsi la bellezza del futuro figlio. Dice l’autore: “Il riferimento alla scultura africana era per me interessante in quanto questi manufatti non sono meri oggetti di contemplazione, ma assumono significato per l’utilizzo che ne viene fatto. Il presupposto dei lavori che facevo in quel periodo, con oggetti che appartenevano al quotidiano, derivava dal desiderio di ritrovare una più stretta connessione tra la realizzazione del lavoro e la dimensione domestica. Inoltre l’opera non doveva necessariamente essere conservata. Un’immagine poteva quindi configurarsi molto rapidamente, ma anche dissolversi rimettendo semplicemente le cose al loro posto”. Diversi sono i lavori realizzati dall’autore che si basavano su questo principio, ma non tutti sono stati documentati. Il titolo si riferisce invece ad un termine sanscrito utilizzato nella pratica della meditazione, l’utilizzo di questo termine prevede la sua ripetizione.

Esposta alla mostra AVANBLOB, storica collettiva del gruppo di Lazzaro Palazzi presso la galleria Massimo De Carlo, Milano, 18 settembre 1990. Mario Airò, Enzo Bonaguro, Matteo Donati, Stefano Dugnani, Giuseppina Mele, Chiyoko Miura, Liliana Moro, Andrea Rabbiosi, Bernhard Rüdiger, Antonello Ruggeri, Adriano Trovato, Francesco Voltolina. Esposta anche alla mostra Ennesima, a cura di Vincenzo De Bellis, nella sezione L’archivio corale: lo spazio di Via Lazzaro Palazzi, La Triennale, Milano 2015. Pubblicata nel catalogo della mostra L’archivio corale: lo spazio di Via Lazzaro Palazzi, l’esperienza dell’autogestione a AVANBLOB, La Triennale / Mousse Publishing, Milano, 2015.

(foto Roberto Marossi)