Col passo del viandante mi avvicino prima delle parole (1990).

Vetroresina, metallo e polvere di bronzo.
Dimensioni 130 x 120 cm diametro.


L’opera, esposta in una mostra personale allo spazio di Lazzaro Palazzi, era la ricostruzione alterata della forma di una campana, resa possibile dal recupero di un’antica dima in uso nella storica Fonderia Napoleonica Eugenia a Milano. Nella ricostruzione del tornio per la sua realizzazione, l’autore aveva aumentato il raggio di rotazione determinando una dilatazione della forma originaria. Aveva creato così nella parte alta un’apertura dell’ampiezza delle sue spalle. La campana era stata installata nello spazio espositivo capovolta, con il lato da cui abitualmente esce il suono rivolto contro la superficie del soffitto. Dalla nuova apertura, rivolta invece verso lo spettatore, era possibile intravvedere uno spazio buio di cui non si poteva determinare il limite. L’oculo centrale era allora il punto di contatto tra lo spazio fisico occupato dall’osservatore e quello inconoscibile dell’oscurità.

Esposta alla mostra personale Col passo del viandante mi avvicino prima delle parole, Spazio di Via Lazzaro Palazzi, 1990. Pubblicata nel catalogo della mostra Ennesima – L’archivio corale: lo spazio di Via Lazzaro palazzi, La Triennale / Mousse Publishing, Milano, 2015.

(foto Roberto Marossi)

 

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