La porta della femmina oscura (1998).

Installazione site specific.
Riproduttore audio, casse acustiche, polistirene.
Dimensioni variabili.


La porta della femmina oscura è il titolo di una installazione site specific realizzata alla galleria Neon di Bologna nel 1988. L’opera consisteva nella ricostruzione di un sogno che l’autore faceva da bambino in modo ricorrente. Nel sogno camminava per la strada e improvvisamente notava, nel muro di un edificio, un foro perfettamente circolare che, per dimensione e posizione, rendeva possibile l’accesso solo ai bambini. Infilandosi ci si ritrovava a scivolare in un ambiente protetto. Nella installazione l’intera facciata della galleria Neon era stata inglobata in un muro bianco assoluto con al centro un foro circolare, unica via d’accesso allo spazio. Una pedana d’appoggio, alla base del foro, facilitava l’ingresso. L’ambiente interno era privo di luce, entrando si era immersi nel buio dello spazio in cui risuonava la registrazione del canto che emettono le api regine, un particolare suono molto toccante che può ricordare il pianto di un bambino. Una volta entrati l’unica immagine offerta era quella dell’oculo attraverso il quale la luce esterna invadeva lo spazio. Usciti dal mondo potevamo osservarlo da questo luogo protetto in cui il tempo sembrava dilatarsi o cessare temporaneamente il suo incedere senza fine, per poi di nuovo venire al mondo.

Mostra personale La porta della femmina oscura, Galleria Neon, Bologna, 1998.

(foto Francesco Voltolina)