Temporaneamente senza titolo (1993).

Lavatrice manomessa.
Dimensioni 85 x 45 x 55 cm.


Esposta una sola volta nell’abitazione di Giò Marconi, in occasione della mostra collettiva “Domestic violence” a cura di Alison Sarah Jacques. L’opera consisteva in una lavatrice, manomessa per permettere il suo funzionamento a sportello aperto. Il programma di centrifuga faceva ruotare il cestello ad altissima velocità producendo un suono che catturava l’attenzione.
Affacciandosi si poteva osservare dall’alto, era un’immagine che ricordava l’acqua che scorre velocemente sotto un ponte. Aveva il potere di attrarci e nello stesso tempo respingerci. Incuteva un certo timore e avvicinandosi si percepiva sempre più il senso di pericolo, ma il movimento vorticoso attivava in noi il desiderio di guardare sempre più da vicino.
Dice l’autore “in realtà non era nelle mie intenzioni farne un’opera. A volte chi veniva a trovarmi in studio era invitavo anche nel mio appartamento, che si trovava nello stesso stabile. Allora, come conclusione alla visita, mostravo quell’immagine che aveva per caso rivelato anche a me il suo potere attrattivo.
Anche dopo la mostra da Marconi la lavatrice era tornata a svolgere la sua abituale funzione, aveva continuato a fare il suo dovere per circa vent’anni. Quando è stato il momento di sostituirla non ho esitato a mandarla in discarica. Penso che solo con questa conclusione l’opera abbia potuto acquistare il suo senso compiuto.”

Esposta nella mostra collettiva “Domestic violence” a cura di Alison Sarah Jacques. Abitazione di Giò Marconi, Milano, 1994. Stefano Arienti, Massimo Bartolini, Maurizio Cattelan, Adam Chodzko, Manuela Cirino, Gianluca Codeghini, Mat Collishaw, Vittorio Corsini, Martin Creed, Jeanne Dunning, Anya Gallaccio, Damien Hirst, Dimitris Kozaris, Abigail Lane, Hadrian Pigott, Steven Pippin, Pipilotti Rist, Franco Silvestro, Marco Vaglieri, Francesco Voltolina, Gillian Wearing, Jane and Louise Wilson.

(foto Massimo Bartolini)