Temporaneamente senza titolo (1997).

Installazione site specific.
Due arnie, microfoni, impianto di amplificazione.
Dimensioni variabili.


Il lavoro era stato realizzato utilizzando due famiglie di Apis Mellifera e due vere e proprie arnie, istallate nello spazio esterno adiacente alla sala espositiva, protetto da muri di cinta. Al loro interno erano stati inseriti due piccoli microfoni, collegati ad un impianto di amplificazione, collocato all’interno della sala espositiva. Due casse diffondevano il suono di ciò che avveniva all’interno delle arnie in tempo reale. Essendo stato esposto nel periodo estivo, all’innalzarsi della temperatura le api, come abitualmente avviene in natura, per salvaguardare la struttura dei favi e l’incolumità delle larve, iniziavano a portare all’interno dell’arnia acqua che veniva fatta evaporare con il movimento delle ali. L’opera aveva pertanto una funzione di strumento di monitoraggio e di allarme rispetto al fenomeno del riscaldamento globale. Dice l’autore “l’opera nasce dall’idea di creare una scultura capace di espandersi e di contrarsi, integrandosi con l’ambiente circostante. La sua sottile e quasi impercettibile sensibilità si tramutava in un suono potente, quasi allarmante. Un lavoro di cui è difficile definire i confini”.

Esposta in occasione della mostra Officina Italia. Rete Emilia Romagna, a cura di Renato Barilli. Sezioni espositive a cura di Dede Auregli, Alessandra Borgogelli, Fabio Cavallucci, Roberto Daolio, Ario Franciosi, Silvia Grandi, Mauro Manara, Guido Molinari, Claudia Pedrini. La mostra si era tenuta in diverse sedi: Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna; Galleria Comunale d’Arte Contemporanea e Cassero, Castel San Pietro Terme (BO); Chiostro di San Domenico, Imola (BO); Centro Polivalente, Cattolica (FC); Sede della Rolo Banca 1473, Forlì; Ex Fabbrica Arrigoni, Cesena (FC); Galleria d’Arte Contemporanea Vero Stoppioni, Santa Sofia di Romagna (FC), 1997.

(foto Francesco Voltolina)